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Un articolo su Nature illustra delle evidenze di buchi neri di massa intermedia che potrebbero spiegare la formazione dei mostri galattici che alimentano le Galassie.
Buchi neri supermassici
Chiamati così a causa della loro massa enorme (milioni o addirittura miliardi di masse solari), i buchi neri supermassicci sono dei mostri galattici su cui però non è stata trovata ancora una soluzione in merito alla loro formazione.
Alcuni modelli ipotizzano che questi oggetti si siano creati nei primi momenti del bigbang, o che sono dovuti al collasso di stelle “relativistiche” estreme o che siano dovuti a buchi neri stellari che risucchiando materia crescano sempre di più.
Una nuova possibilità
Nell’articolo su Nature pubblicato da un team dell’università di Melbourne, viene evidenziata la presenza di un nuovo tipo di buchi neri, definiti come buchi neri di massa intermedia.
Questi oggetti, presenti negli ammassi stellari, sono stati rilevati grazie all’effetto lente osservato durante lo studio dei lampi gamma: nell’articolo viene citata la sorgente GRB 950830, che sembra una potenziale candidata a essere una sorgente soggetta a effetto lente di un buco nero di massa intermedia.
Come possono essersi formati i buchi neri di massa intermedia?
Proiettandoci negli ammassi solari, gli studiosi hanno osservato che nelle simulazioni di ammassi di piccole dimensioni si verifica un fenomeno che crea delle “megastar“, stelle di massa che si aggira intorno alle 103 masse solari, formatesi da fusioni di più stelle, prima che queste esplodano in supernova.
Queste megastelle sarebbero successivamente collassate, formando così un buco nero di masse intermedie tra un buco nero stellare e uno supermassiccio.
Perchè i buchi neri di massa intermedia potrebbero spiegare i buchi neri supermassicci
L’articolo spiega la possibilità che questi ammassi ad una distanza intorno allo z=2 potrebbero essere ricchi di buchi neri a massa intermedia. Se così fosse, nel tempo questi oggetti potrebbero essere fusi tra loro e gas stellari, formando le Galassie come le conosciamo ora: costituite da un buco nero enorme al suo interno che da sempre affascina la scienza.